(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 119

 

 

OMBRE DI MORTE

 

 

1.

 

 

            Fin dai tempi più remoti, da prima ancora della formazione dell’Impero del Sol Levante, si narra di una potente setta di Ninja quasi invincibili i cui scopi non sono mai stati chiari ma che ha spesso fornito a chi li richiedeva i servigi dei propri assassini per un prezzo che non sempre era costituito da beni materiali. La chiamano la Mano.

            Elektra Natchios sa bene che la Mano non è solo una leggenda. Lo sa perché un tempo ne ha fatto parte, un’esperienza che l’ha segnata facendole scegliere di diventare una famigerata killer a pagamento. A volte si chiede se è stata la Mano a corromperle l’anima o se ha semplicemente portato in superficie qualcosa che è sempre stato dentro di lei. Domande futili mentre è impegnata a lottare contro quelli che sono forse i più forti avversari che abbia mai affrontato.

            Si fanno chiamare i Serpentieri e sono l’èlite degli assassini della Mano. Secondo le leggende che circolano su di loro non sono veramente umani ma demoni incarnati e non possono essere uccisi. Elektra ne ha già ucciso due incarnazioni in passato[1] e sa che potrebbe essere vero. Non importa: li ucciderà una terza volta se sarà necessario.

            I Serpentieri hanno accettato dalla Yakuza[2] l’incarico di uccidere la vigilante giapponese chiamata Shi e per motivi che forse non sono ben chiari nemmeno a lei, Elektra si è schierata al suo fianco. A complicare ancora di più le cose ci ha pensato l’intervento della Polizia di New York, compresa l’unità speciale SWAT[3] anti superumani denominata Codice Blu.[4]

Anche degli agenti specializzati però sono in difficoltà contro gente come i Serpentieri che per quanto armati solo di armi bianche stanno chiaramente prevalendo.

Elektra osserva lo scontro con apparente distacco. Perché dovrebbe importarle se dei poliziotti muoiono? In altri momenti sarebbe lei il loro bersaglio. Il buon senso suggerisce di approfittare della confusione per scappare ma Shi non la pensa così e non ha esitato a correre in aiuto degli stessi poliziotti che l’avrebbero arrestata.

Elektra sospira e si getta nella mischia.

 

            Il Dottor Keith Kincaid e la Dottoressa Jane Foster, che è anche sua moglie, arrivano all’aeroporto McCarran di Las Vegas di prima mattina e vengono subito accompagnati all’ospedale dove un uomo giace tra la vita e la morte e solo un loro intervento potrà salvarlo.

            La prima reazione di Suzy Berengetti quando lo vede è pensare che Kincaid sia molto più giovane di quanto si aspettasse. Possibile che sia davvero così bravo come dicono? Addirittura uno dei due soli chirurghi in tutto il mondo in grado di eseguire la difficile operazione che potrebbe salvare l’avventuriero in costume patriottico che gli altri conoscono come Maggiore Libertà ma che per lei è Sean Clinton McIntyre? Non può che sperarlo.

            Dopo rapide presentazioni ed un veloce ragguaglio sulle condizioni del paziente, Kincaid dice:

-Preparate il paziente. Non perdiamo altro tempo.-

-Lo salvi, Dottore. - interviene Suzy -Pagherò qualsiasi cifra se…-

-Non è una questione di denaro, Mrs. Berengetti. Non per me almeno. - replica Kincaid -Tutto quello che è in mio potere fare, lo farò. Ne può essere certa. -

            Subito dopo i medici si avviano verso la sala operatoria ed a Suzy non rimane che pregare.

 

            Per quanto siano preparati a quello che troveranno nella stanza che devono esaminare, gli agenti dell’unità C.S.I.[5] della Polizia di San Francisco non possono fare a meno di rimanere turbati dallo spettacolo del corpo squartato e semidivorato che giace sul letto.

-Non vomitate nelle tute, sarebbe imbarazzante. - li ammonisce il Capitano Shirley Lennox non si capisce se seriamente o scherzando.

            La squadra si mette al lavoro esaminando la stanza e raccogliendo tutti i reperti possibili rinchiusi nelle loro tute a prova di contaminazione con l’esterno.

            Improvvisamente, mentre è china sul cadavere, Shirley si lascia sfuggire un’imprecazione.

-Che succede, Capitano? - le chiede l’Ispettore Ben Reilly.

-C’è che ho riconosciuto la vittima. - risponde Shirley -È Roger Yang uno dei membri della Commissione di Polizia,-

-Ne è sicura, Capitano? -

-Quanto basta. Sai cosa significa questo, Reilly? -

-Temo la risposta. -

-E fai bene perché, ora non ho più dubbi: il bersaglio di questo cosiddetto dio giaguaro siamo noi. -

 

 

2.

 

 

            Charlotte Jones ha visto la morte in faccia più volte di quanto possa piacere a chiunque. Nulla di strano in teoria, dopotutto è parte del suo lavoro di poliziotta, quel lavoro che con pazienza, tenacia ed anche un pizzico di fortuna l’ha portata da semplice agente di pattuglia a diventare prima detective, poi Sergente ed infine Tenente e capo di Codice Blu.

            Ha visto la morte in faccia molte volte, abbiamo detto, ma questa potrebbe essere l’ultima mentre è a terra disarmata e la katana del capo dei Serpentieri sta per calare sulla sua testa. Giusto il tempo di rivolgere un ultimo pensiero a suo figlio e sarà tutto finito.

            Il colpo fatale non arriva perché la lama di Tekagi è intercettata da un’altra.

-Non ucciderai nessuno oggi, Tekagi. - afferma Elektra.

-La spietata Elektra che rischia la vita per salvare quella di una squadra di poliziotti, questo sì che è uno spettacolo interessante. - la deride Tekagi.

-Vedremo se troverai ancora divertente la cosa dopo che ti avrò staccato di nuovo la testa dal collo. - replica Elektra.

            Rotea rapidamente la sua katana che cozza contro quella del suo avversario creando scintille. Più e più volte le due lame si incrociano senza che uno dei due contendenti riesca a prevalere.

            Charlotte Jones osserva il duello con la mente in subbuglio. Quello in verde ha chiamato la sua salvatrice Elektra. Possibile che sia quella famigerata killer internazionale di cui ha sentito parlare? E se è davvero lei, perché avrebbe cercato di salvarla? Charlotte non perde altro tempo a fare inutili congetture e dopo aver recuperato la sua pistola la punta verso le due figure che si stanno battendo.

-Fermi! - intima -Non costringetemi a spararvi. -

            I due contendenti si fermano e si voltano verso di lei. Negli occhi della donna in rosso c’è un velo di tristezza ma è la reazione dell’uomo in verde a sorprendere Charlotte: la guarda e ride.

-Credi di spaventarmi con la tua ridicola arma? - le dice -Sparami ed io comunque ti avrò staccato la testa prima che il tuo proiettile mi raggiunga. -

            Il dito di Charlotte si contrae sul grilletto.

 

            Un bisturi può essere pericoloso nelle mani sbagliate ma quelle di Keith Kincaid sono forse le migliori. Nonostante sia ancora abbastanza giovane, si è già fatto una fama come uno dei migliori chirurghi degli Stati Uniti se non del Mondo. Qualcuno si è spinto sino a dire che le sue mani sono guidate da Dio. Potrebbe aver ragione anche se non si tratterebbe del Dio a cui pensa.

            Un microscopico errore e nel migliore dei casi il paziente rimarrebbe paralizzato dal collo in giù, tuttavia c’è poco da scegliere perché senza l’intervento il paziente morirebbe comunque.

            Il paziente in questione è un superumano del tipo supersoldato, in pratica è al picco delle facoltà umane e questo lo ha aiutato a sopravvivere finora ma non reggerà ancora a lungo.

-Ce la farai, Keith. - gli sussurra Jane Foster.

            Keith vorrebbe avere la sua stessa fiducia ma non può permettersi di esitare e così affonda il bisturi e fa quello che deve fare. Quanto dura l’operazione? Minuti? Ore? Kincaid stesso non saprebbe dirlo. Alla fine alza la testa ed afferma:

-È fatta! il paziente vivrà. Se si riprenderà completamente lo sapremo presto. Il suo fisico particolare dovrebbe aiutarlo a recuperare rapidamente. -

-È stato bravissimo, Dottore. - gli dice un’infermiera.

-Ho fatto solo quello che andava fatto. - replica Kincaid.

            Sotto la mascherina chirurgica che ancora indossa, sua moglie Jane sorride.

 

            L’atmosfera nell’ufficio del Sindaco di San Francisco è cupa. Nella stanza sono presenti oltre al Sindaco Sadie Sinclair ed alla sua addetta alle comunicazione Kate Kildare: il Presidente della Commissione di Polizia Robert O’Hara, il Capo della Polizia Stephen Keller, il Capitano Shirley Lennox del C.S.I. e il Tenente Sabrina Morrell della Squadra Omicidi.

-Aggiornatemi sulla situazione. - esordisce Sadie Sinclair -Abbiamo davvero un’altra pantera assassina in circolazione in città? -

-Forse più di una, non possiamo escluderlo.- risponde Sabrina Morrell.

-Il modus operandi è lo stesso dell’altra volta.- aggiunge Shirley Lennox -Una giovane donna avvicina la vittima, la seduce, ci fa sesso e nel momento culminante si trasforma in pantera e la sbrana. Quello che è diverso è la tipologia delle vittime.-

-Ovvero appartenenti al sistema della Giustizia.- interviene Stephen Keller -Sarebbe, quindi, una vendetta contro coloro che hanno dato la caccia ed ucciso le due precedenti donne giaguaro? È questo che pensi, Shirley?-

-Proprio così, Steve.-

-Ma finora ha colpito solo persone legate solo marginalmente all’indagine di allora.- interviene Kate Kildare.

-Credo che voglia tenere i responsabili diretti per ultimi ed intanto spaventarli.-

-Cosa suggerisci?- chiede Robert O’Hara.

-Mettere sotto protezione chi è stato coinvolto nella fase finale del confronto con le due donne giaguaro e cercare di capire chi potrebbe essere la prossima vittima.- risponde Shirley.

-Ci stiamo provando ma non è facile cercare di prevedere il comportamento di menti così contorte.- aggiunge Sabrina Morrell.

-Dovete riuscirci prima della prossima vittima.- afferma Sadie.

            Ha appena finito di parlare che i cellulari di Keller, Shirley e Sabrina squillano quasi contemporaneamente e tutti i presenti sanno istintivamente che sono in arrivo brutte notizie.

 

 

3.

 

 

            Shi conosce i Serpentieri solo di fama, una fama sinistra a dire il vero. Ognuno di loro è un esperto di una delle armi tradizionali giapponesi. Quello che ha di fronte è Doka, il maestro degli shuriken, le micidiali stelle d’acciaio dai bordi affilatissimi che lei evita a stento. Mentre lui si tiene fuori portata della sua lama.

            L’ironia del destino ha voluto che lei ed Elektra, due ricercate, si trovassero a difendere una squadra di poliziotti da un gruppo di sicari quasi invincibili ma lei non ha il tempo di rifletterci sopra.

-Vattene finché puoi.- le sussurra il Tenente Joe La Bianca.

-Non posso.- replica Shi -L’onore mi impone di proteggerla. Tuttavia… forse posso allontanare la minaccia da lei.-

            Con un balzo acrobatico Shi si proietta contro Doka sbilanciandolo e facendogli perdere la presa sugli shuriken poi, mentre si rialza gli dice:

-Ti hanno assoldato per uccidermi. Sono qui, provaci.-

            Doka rimane impassibile ed il tempo sembra fermarsi.

 

            Un’altra scena del crimine sinistramente simile alle precedenti ma con una significativa differenza: stavolta la vittima è una donna.

-Tanti saluti alle nostre deduzioni.- commenta l’Ispettore Harry Callaghan Jr con un sogghigno.

-Non saltare troppo facilmente alle conclusioni Harry.- lo rimprovera Sabrina Morrell -Il fatto che la vittima stavolta sia una donna non vuol dire che l’assassina non lo sia ed il modus operandi non sia lo stesso.-

-Stai suggerendo che io mi comporto da omofobo o sessista a non prendere in considerazione l’ipotesi che la nostra vittima sia stata sedotta da un’altra donna? Potrei risentirmi, Bree. Siamo a San Francisco ed un’assassina bisessuale mi stupirebbe meno di una che si trasforma in giaguaro.-

-Era solo una battuta, non offenderti Harry.-

-Con te non ne sarei mai capace, lo sai, Bree.-.

            Uno degli investigatori dell’unità C.S.I. si avvicina loro e si sfila il casco rivelando il volto di Shirley Lennox.

-Noi abbiamo finito. Porteremo i reperti in laboratorio e li analizzeremo con priorità assoluta.- dice.

-Avete anche identificato la vittima?- chiede Sabrina.

-Kathleen Westbrook, broker finanziario e membro della Commissione di Polizia. La casa è sua.-

-E quindi i nostri peggiori sospetti sono confermati.- commenta Harry -Ma perché invece di colpire i responsabili della morte delle precedenti, questa nuova donna giaguaro ha ucciso questa gente?-

-Sta giocando con noi come il gatto col topo.- risponde Sabrina

-Paragone azzeccato, vista la sua natura, Bree. Santo Cielo, non so se crederei a tutto questo pasticcio se io stesso non avessi visto con i miei occhi Lupe Hidalgo e Anita Delgado trasformarsi.-[6]

-Già, la bella professoressa era proprio una mangiauomini.-

-Come battuta non fa ridere, Bree. Ricordo ancora come mi sono sentito quando Lupe stava per sbranarmi.-

-Mi piacerebbe pensare che quell’esperienza ti abbia insegnato a non farti incantare facilmente da un bel paio di… occhi.-

-Se proprio vuoi saperlo…-

            Prima che Harry possa finire, ecco arrivare un agente trafelato.

-Altre brutte notizie, ci scommetto.- borbotta Sabrina.

            Non sbaglia.

-Hanno trovato un altro cadavere.-

-Giornata perfetta.- commenta, acido, Harry.

 

            Tekagi ride mentre Charlotte Jones gli spara. I proiettili lo raggiungono al petto sbalzandolo indietro. Per qualche istante la scena sembra congelata poi Tekagi comincia a rialzarsi portandosi le mani al petto. Sui palmi appaiono le pallottole che lo hanno colpito e lui, con gesto teatrale, le lascia cadere a terra poi dice:

-Non sono facile da uccidere. Anche le tue armi speciali fallirebbero, credimi. Vuoi provarci?-

            Elektra reagisce velocemente interponendosi tra lui e la poliziotta.

-Lei non è niente per te.- gli dice -Quelle che vuoi siamo io e Shi. Limitiamo la sfida solo a noi.-

-Sono d’accordo.- interviene Shi ponendosi al fianco di Elektra che le sussurra:

-Seguimi.-

Con un superbo balzo Elektra si proietta su un muretto e da lì sul tetto di un vicino edificio. Dopo un attimo di esitazione Shi la imita.

-È questo il tuo gioco, Elektra?- esclama Tekagi -Bene, faremo a modo tuo e prima del tramonto avremo le vostre teste.-

            Fa un cenno al resto dei Serpentieri ed in pochi attimi anche loro sono scomparsi.

-E adesso che facciamo, Tenente?- chiede Margarita “Rigger” Ruiz a Charlotte.

            Charlotte scambia un rapido sguardo con il suo pari grado Joe La Bianca e poi risponde:

-Andremo loro dietro a costo di arrivare all’Inferno.-

 

 

4.

 

 

            Elektra corre rapidamente di tetto in tetto sempre seguita da Shi, poi balza in un vicolo imitata dalla sua nuova amica e si dirige verso un SUV fermo poco lontano i cui portelli si aprono. Balza all’interno e Shi con lei.

-Via a tutta velocità, Mac.- dice all’autista, un nero massiccio con i capelli lunghi annodati a coda di cavallo al cui fianco siede un asiatico dai capelli corti.

            Il SUV schizza via rapidamente mentre Shi si rivolge ad Elektra:

-Ti eri preparata.-

-Bisogna sempre pensare a tutto o almeno provarci.- replica lei poi indica i due al posto di guida -Ti presento due dei miei pochi amici: McKinley Stewart e King Lau.-

-King Lau? Quel King Lau? Il campione coreano di arti marziali?- esclama Shi.

            L’altro sorride e risponde:

-Lo ero. Ora mi sono ritirato e dirigo assieme a Mac un dojo[7] di proprietà di Elektra.-

-Che vorrebbe non avervi coinvolto.- commenta quest’ultima.

-Non pensarci nemmeno, babe.- replica McKinley Stewart -Piuttosto… dove andiamo adesso?-

-Al teatro, Mac.-

-Teatro?- esclama Shi con stupore.

-Vedrai.- è la sibillina replica di Elektra.

 

            L’umore di Sabrina Morrell è decisamente cupo mentre rientra alla nuova sede del Dipartimento di Polizia di San Francisco e per Harry Callaghan non è difficile indovinare cosa stia pensando.

            Nessuno dei due è particolarmente sorpreso di trovare ad aspettarli nell’ufficio di Sabrina il capo dell’unità Codice Blu Paul Carson ed una donna bionda che indossa un tailleur nero di taglio classico.

-Ho sentito che sono state trovate altre due vittime stamattina ed ho pensato di offrire la mia collaborazione.- dice quest’ultima.

-E non è certo mia intenzione rifiutarla.- replica Sabrina.

-Ed io sono più che felice di rivederti, Donna.- aggiunge Harry.

            L’Agente Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel sorride e replica.

-Anche per me è un piacere, Harry. Ti trovo in forma.-

-Mai come te.-

            Sabrina si siede alla sua scrivania e dice:

-Spiacente di interrompere i vostri convenevoli, ma direi che è il caso di occuparsi di cose più serie.-

-Troppo giusto.- replica Donna Kiel sedendosi su una delle poltroncine davanti alla scrivania ed accavallando le gambe -Ragguagliami sugli ultimi omicidi.-

-Non c’è molto da dire. Stavolta le vittime sono due donne che abitavano quasi ai due lati opposti della città: una era membro della Commissione di Polizia e l’altra era l’Avvocato della Città.[8] La conoscevo. Eravamo state a scuola insieme anche se con gli anni ci eravamo perse di vista.-

-Mi dispiace. Hai detto che le vittime abitavano molto distanti tra loro. Sapete l’ora della morte?-

-Solo in modo approssimativo per ora. Il Dottor Stine stima che ci possa essere al massimo un’ora di differenza tra le due morti.-

-E questo avvalora la teoria che gli assassini siano almeno due, proprio come l’ultima volta.-

-Anche se non possiamo del tutto escludere che il nostro assassino sia in grado di spostarsi quasi istantaneamente. Ci sono molti superumani in grado di farlo anche senza tirare in ballo il soprannaturale.- interviene Carson.-

-Anche questo è giusto. Meglio non trascurare nessuna ipotesi.- conviene Donna -Sapete come sono state agganciate le vittime?-

-Ci stiamo lavorando- risponde Sabrina -Ho mandato in giro i miei migliori ispettori, ho anche chiesto aiuto alle altre squadre ed all’ufficio dello Sceriffo. Spero di avere risultati al più presto.-

            Proprio in quel momento il telefono squilla. Sabrina risponde, ascolta e dice:

-Arriviamo.-

            Chiusa la comunicazione si rivolge agli altri:

-Pare che Shirley Lennox abbia delle novità. Andiamo a sentirle insieme.-

 

            Il posto è un piccolo teatro nella parte più estrema della famosa Broadway ed al momento è chiuso. Il SUV di McKinley Stewart ci si ferma davanti e gli occupanti ne scendono rapidamente.

-Muoviamoci!- intima Elektra -I Serpentieri saranno qui da un momento all’altro.-

-Pensi che siano riusciti a seguirci?- le chiede Shi.

-Ne sono certa- è la secca replica -Conosco i Serpentieri e loro conoscono me. Sanno dove trovarmi ed anche se non fossero riusciti a seguirci, prima o poi arriverebbero qui comunque. Verranno e li costringerò a giocare secondo le mie regole. Giocheranno e perderanno -.

            Shi non dice niente e stringe l’impugnatura della sua lama. Forse Elektra ha ragione o forse è troppo fiduciosa in se stessa.

Accada quel che accada lei si batterà fino alla morte… quella dei suoi nemici o la sua.

 

 

5.

 

 

            Il vero nome dell’uomo che giace in un letto del principale ospedale di Las Vegas è Sean Clinton McIntyre ma qui è registrato solo come Maggiore Libertà, il supereroe residente della città, una piccola ma significativa concessione alla sua privacy.

Chiunque altro al suo posto sarebbe morto ma la sua forte fibra potenziata dal siero del supersoldato gli ha permesso di resistere finché una complessa operazione chirurgica non gli ha salvato la vita.

In piedi accanto al suo letto Suzy Berengetti aspetta pazientemente che si risvegli e ringrazia silenziosamente il Cielo.

Dalla finestra il sole manda strani riflessi colorati.

 

L’uomo anziano si avvia verso casa con passo fermo. Nonostante l’età avanzata è ancora in discreta forma e nei suoi occhi è ancora possibile leggere una certa vivacità. Sta per aprire il portone quando una voce gli chiede:

-Desculpe, usted es el Señor Callaghan? Harry Callaghan?-

            A parlare è stata una giovane donna dai lunghi capelli neri e la carnagione olivastra. Ha parlato in Spagnolo ma qualunque californiano, anche se non è ispanico, lo capisce almeno quanto basta.

-Sì sono io.- risponde l’uomo in Inglese -Cosa posso fare per lei, Miss?-

-Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di lei.-

 

            Arrivano uscendo dalle ombre come fossero fantasmi o demoni e forse lo sono veramente. Sette figure in costume i cui volti sono celati da elaborate maschere e che sono armate con strumenti di morte inventati nel Giappone medievale.

            La porta del teatro è chiusa ma non è certo un ostacolo per gente come loro, la abbattono con facilità poi si muovono nell’oscurità.

-Dove siete?- chiede Tekagi -Devo forse credere che vi siete rintanate nel buio come bambine spaventate?-

            Il fascio di luce di un riflettore illumina una porzione del palcoscenico e la figura di Elektra che impugna la sua katana.

-Sono qua.- dice semplicemente -Ti aspetto.-

-E ci sono anch’io.-

            Un altro fascio di luce illumina stavolta Shi anche lei con in pugno la sua naginata. Un attimo e la sala ripiomba nel buio mentre risuona la voce di Elektra.

-Ora vedremo chi è il cacciatore e chi la preda.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Nulla di particolare da segnalare a parte… beh, sì, è proprio quell’Harry Callaghan. -_^

            Nel prossimo episodio, diciamo che ne vedrete delle belle. Io almeno ce la metterò tutta.

 

 

Carlo

Praticamente nulla da dire. Nel prossimo episodio: Clint Eastwood…beh quasi. -_^



[1] Nella miniserie “Elektra: Root of evil” #4 (In Italia su Wiz #7) e nell’episodi #41 di questa serie

[2] La malavita organizzata giapponese.

[3] Special weapons and tactics.

[4] E non dite che non sappiamo fare riassunti veloci. -_^

[5] Crime Scene Investigation.

[6] Nel numero #100.

[7] Palestra di arti marziali giapponesi.

[8] City Attorney of San Francisco il cui compito è fornire servizi legali all’amministrazione della Città-Contea.